Meditazioni intorno al tema della gnosi
I mistero doloroso – L’agonia di Gesù al Getsemani
Contro la tentazione gnostica dello scientismo salutista e del comunismo/ materialismo/ prassismo
Prendiamo adesso due esempi: il primo è quello che possiamo chiamare lo scientismo salutista, cioè quella salvezza che ci proviene dalla scienza e dalla salute e poi mettiamo in questa stazione anche ciò che è comunismo, materialismo, prassismo, cioè la salvezza che viene attraverso una prassi, attraverso la materia, attraverso la pastorale.
Sono approcci attraverso i quali è sempre l’uomo al centro, è sempre l’uomo che con la sua capacità pensa di sapere quali sono le leggi che possono far vivere l’uomo e possono farlo stare bene: da un lato la salute che viene a ergersi a idolo della vita dell’uomo operando la sostituzione tra salute e salvezza e dall’altro il pastoralismo con lo scambio tra ciò che è dottrina, quindi contenuti di fede che portano alla salvezza, e azioni che dovrebbero essere condotte secondo quella fede, ma che invece portano a esser indipendenti dalla fede. Ecco, dobbiamo premunirci, dobbiamo evitare che queste attitudini entrino in noi perché sono tutti idoli, sono idoli che ci allontanano da Cristo in un modo o nell’altro.
La salvezza non può che venire dall’alto e non può essere solamente una questione fisica o biologica o psicologica, la salvezza, se tale, deve inglobare tutto l’uomo in se stesso e inoltre ogni atto, ogni prassi deve essere condotta dalla verità, altrimenti su cosa si fonderebbe quell’atto?
Chiediamo al Signore, in questa decina, di essere capaci di annullare e distruggere quegli idoli che la società vuole darci in particolare in questo caso attraverso la scienza o il culto della salute. Ascoltiamo le meditazioni.
Gesù: “Compi la divina Volontà nei dolori dell’anima tua, e sopra tutto nelle agonie del tuo sensibile cuore. Non ti sfiduciare mai nella vita, ma compiendo la Divina Volontà guarda la tua ultima meta che è il Paradiso. Non piangere, ma confida in Dio ed abbandonati a Lui. Non ti adirare, ma sopporta tutto con pazienza, e diffondi la pace intorno a te”.
L’anima: “O Gesù, sono tanto debole, insegnami tu a fare la Divina Volontà, e dammi la forza nei dolori, calmando i miei nervi e ammansendo la mia viva natura. Sii benedetto Dio in ogni mio dolore. Amen”.
II mistero doloroso – Gesù flagellato alla colonna
Contro la tentazione gnostica della demitizzazione e della de-ellenizzazione
In questo mistero prendiamo altri due elementi che ci possono essere utili per capire meglio come la gnosi si intrufola nella nostra fede: il primo è la demitizzazione, cioè considerare Cristo separato dalla storia, come se ci fosse il Cristo della fede da una parte e il Cristo della storia dall’altra parte, come se fossero due entità differenti e poi la de-ellenizzazione cioè pensare la fede separata dalla ragione, la fede senza bisogno che la ragione capisca e approfondisca i misteri rivelati. Queste teorie così esplicitate non possono essere assolutamente cattoliche, ma aprono la strada al dubbio come se le cose raccontate nei Vangeli non fossero storiche e come se la fede potesse non essere ragionevole, potesse non essere razionale. Quando questi dubbi entrano nella nostra fede possono inquinare il nostro vissuto cristiano e farci pensare in maniera gnostica quello che ci è stato donato e farci vivere credendo in Cristo, ma in modo diverso come se fossero differenti il Cristo della fede e il Cristo della storia e d’altra parte come se la nostra fede non avesse bisogno di essere spiegata. Chiediamo in questo mistero al Signore di poter essere capaci di camminare dietro di Lui, ma essendo totalmente discepoli della sua persona, credendo in quello che Lui ha fatto, in quello che Lui ha detto, in quello che è stato raccontato dalla rivelazione biblica e che noi troviamo in modo particolare nei Vangeli e che tutto ciò possa essere accolto nei nostri cuori come verità assoluta per la quale possiamo dare anche la vita. Ascoltiamo adesso la meditazione.
Gesù: “Come io fui flagellato per tuo amore, così tu sopporta per mio amore le tue pene fisiche. Offri la tua stanchezza per quelli che sono fiacchi nelle vie di Dio, offe i i tuoi dolori per quelli che cercano i diletti della carne. Sii santa in ogni tuo affanno, e dà agli altri l’esempio della calma e della unione alla Divina Volontà”.
L’anima: “O Gesù, ti offro tutti i miei dolori in unione dei tuoi, per la conversione dei peccatori e la santificazione delle anime. Consolami tu e dammi la forza”.
III mistero doloroso – Gesù incoronato di spine
Contro la tentazione gnostica del sensitivismo e dello spiritualismo
E adesso affrontiamo questi due aspetti: quello del sensitivismo e dello spiritualismo. Cioè la sensazione che prevale sul concetto, sull’idea e d’altra parte lo spiritualismo in cui c’è la contrapposizione tra materia e spirito come se lo spirito debba astrarsi, separarsi dalla materia per essere tale.
Ora queste due attitudini ci separano dalla verità perché l’uomo non è solamente fatto di sensazioni o di percezioni anche se ce le ha, ma ha una parte spirituale che è l’intelligenza e la volontà e l’intelligenza serve proprio a concettualizzare delle idee e poi esprimerle con le parole; la sensazione ci permette di arrivare all’idea, ma è un passaggio, se prevale la sensazione sull’idea, prevale erroneamente l’anima sullo spirito.
D’altra parte lo spiritualismo, che è un po’ una forma opposta, si mette tutto l’accento sullo spirito senza tenere conto che siamo spiriti incarnati in una materia e l’uomo non può esistere senza il suo corpo, altrimenti sarebbe un angelo. Ecco che quindi la gnosi vuole negare proprio l’Incarnazione mettendo l’accento sullo spirito, ma se fossimo solo spirito Dio non avrebbe preso la nostra carne, non sarebbe diventato uomo, non avrebbe avuto bisogno di incarnarsi, invece se lo ha fatto significa che la nostra materia, il nostro corpo, la nostra carne fanno parte di noi stessi e non può concepirsi l’uomo senza il suo corpo.
Chiediamo in questo mistero di essere sempre equilibrati, di non totalizzare mai un aspetto della nostra esistenza sull’altro, ma di integrarli in un ordine: corpo, anima e spirito e in questa gerarchia.
Ecco che il Signore ci ha creati perché potessimo elevarci sempre più dalla nostra materia, certo lo spirito ha lo spirito divino dal quale poi riceviamo il dono dell’amore di Dio e quindi la salvezza. Ascoltiamo la meditazione.
Gesù: “Fui coronato di spine per espiare le colpe dei capi, e per dare l’equilibrio alle povere teste smarrite.
Prega tu, per le piaghe del mio capo, che si mantenga l’equilibrio nella tua mente e nella mente dei tuoi cari, poiché ogni squilibrio di coscienza ha il suo fondamento nello squilibrio del capo. Non fantasticare, ma in ogni tuo passo domanda i lumi allo Spirito Santo, affinché tu sappia regolarti con ordine e con pace in ogni tua azione”.
L’anima: “Non permettere mai, o Gesù mio, che io mi squilibri, e che disonori il tuo nome con stranezze e miserie di mente. Fammi sapiente e prudente nello Spirito Santo”.
IV mistero doloroso – Gesù porta la Croce fino al monte Calvario
Contro la tentazione gnostica del soggettivismo e del relativismo
Qui vogliamo vedere due altri aspetti: quello del soggettivismo da una parte e del relativismo dall’altra. Il
soggettivismo che mette l’accento sul soggetto e quindi sulla conoscenza: io conosco solo ciò che io conosco, come se l’oggetto e la realtà fosse in se stessa inconoscibile se non attraverso di me (es. sono io che dico cos’è questo cellulare, come sono io, …), come se la realtà non si desse a me da sola. Quindi il soggettivismo viene a mettere l’accento sul soggetto, sulla sua conoscenza e su tutto ciò che è personale: come se la realtà non esistesse al di fuori di me, come se la realtà potesse esistere se io la penso.
Il relativismo che riduce l’assoluto e il relativo al solo relativo, ma se tutto diventa relativo, si viene a negare la verità di una realtà assoluta, quindi di Dio. Se infatti non c’è verità unica e raggiungibile, significa dire: “Dio non esiste”. Quindi in ultima istanza, soggettivismo e relativismo sono due vie che portano ad una strada chiusa, ad una via senza uscita che non possiamo percorrere. La verità c’è e questa verità si conosce attraverso un soggetto che adegua la sua intelligenza alla realtà di quell’oggetto. Tutto il resto ci porta altrove, sia il soggettivismo che il relativismo, e sono tutti escamotage che la gnosi utilizza per allontanarci da Cristo che è Via, Verità e Vita.
Dobbiamo dunque sempre essere attenti a verificare se quello che ci è proposto viene a negare queste verità incontrovertibili per chi è credente perché si fondano su una filosofia realista. Chiediamo al Signore di essere sempre fondati sulla realtà che ci è data, ma che possiamo conoscere grazie alla nostra intelligenza, ma c’è una parte della realtà che non possiamo conoscere se Dio non ce la rivela e questo è l’ambito della fede. Ascoltiamo la meditazione.
Gesù: “lo vado avanti portando la mia Croce per amore tuo, e tu seguimi per amore mio. Tu non vorresti portare la croce, perché ripugna alla tua natura, fatta per la gioia; ma come puoi tu giungere alla gioia se non porti la croce? Tante anime vorrebbero esse fabbricarsi la croce, ma… per farsela troppo leggera. Intanto se ne fanno una più pesante e si dibattono nelle angustie senza speranza, perché la loro croce è disperata. Unisciti tutta alla Divina Volontà, e porta la croce tua giornaliera senza impazienze, senza viltà, senza ribellioni, confidando in me, perché sono io che ti fo da Cireneo e ti aiuto. A che cosa ti giovano le impazienze e le ribellioni? Perché vorresti tutto secondo il tuo desiderio, mentre tutto è una contrarietà?
Vivi di pazienza e vivrai di pace. Ti benedico+++”.
V mistero doloroso – Gesù muore sulla croce
Contro la tentazione gnostica del “misericordismo” e del buonismo
Gesù sulla Croce ha detto: “Padre perdonali perché non sanno quello che fanno”. Quindi qui meditiamo su quello che possiamo chiamare il “misericordismo” e il buonismo, cioè, laddove la misericordia e la carità non si incontrano con la verità, dove c’è una carità e una misericordia senza verità. Questa attitudine porta ad una separazione: è come se noi separassimo lo Spirito Santo da Cristo. Se noi separiamo la carità dalla verità, noi separiamo appunto ciò che appartiene al Figlio che è la verità e ciò che appartiene allo Spirito che è la carità.
Lo sappiamo: lo Spirito procede dal Padre e dal Figlio quindi la carità, e quindi la misericordia, procede dalla verità del Figlio e dalla giustizia del Padre e se quindi non procede dalla verità e dalla giustizia non è veramente carità e misericordia. Ecco quindi come nasce il misericordismo, come nasce il buonismo.
Il Signore ci vuole perdonare, ma è impensabile un perdono senza la verità del peccato, cioè la realtà del peccato e l’esigenza della giustizia. Che bisogno ci sarebbe di perdonare se il peccato non ci fosse? Ma perché si possa dire che c’è il peccato, ci deve essere la possibilità di affermare la verità del bene e quindi ciò che viene a negare quella verità del bene.
Allora chiediamo al Signore di non essere trascinati su questa strada di un buonismo che non rende lode a Cristo che è verità, che possiamo sempre amare, ma rispettando la verità e che il nostro amore proceda dalla verità e quindi dalla verità della nostra vocazione, dalla verità della nostra chiamata, dalla verità della nostra esistenza, dalla verità rivelata, dalla verità oggettiva della conoscenza. Ecco: che la carità non astragga mai da queste cose, ma sia sempre conseguenza di questo e quindi la nostra vita sia sempre radicata nel bene perché radicata nel vero.
Gesù: “Contemplami crocifisso, e tutte le tue pene si addolciranno. Non temere, io ti apro le braccia della misericordia dalla mia Croce e ti salvo. Confida in me, confida in me. Non vai per una via errata, ma sono io che ti guido nelle vie del mio particolare amore. Stai in pace ed unisciti tutta a me ai piè della Croce, immolandoti per me. Ti benedico”.
L’anima: “O mio Gesù, fa che io ti sia fedele sino alla morte, e che come le pie donne, ti accompagni sempre con viva fede nella tua verità”.